L’endometriosi è una patologia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometrico-simile al di fuori del corpo uterino, che induce un’infiammazione cronica reattiva, tessuto cicatrizzale e aderenze pelviche che possono alterare l’anatomia pelvica della donna. L’endometriosi colpisce il 10-15% delle donne in età fertile con un picco di incidenza tra i 30 e i 40 anni ma purtroppo viene diagnosticata sempre in ritardo rispetto all’insorgenza dei sintomi.
L’endometriosi crea nelle donne un disagio cronico, estrogeno-dipendente dovuto alla presenza dell’endometrio fuori dall’utero detto endometrio ectopico; infatti può trovarsi disseminato:
- Sull'ovaio, sulla tuba, sul setto retto-vaginale, sui legamenti utero sacrali, sul peritoneo;
- all'interno dello spessore del muscolo che costituisce la parete dell'utero (miometrio). Si parla di adenomiosi
- in altri organi pelvici, come intestino, la vescica o il retto
- più raramente in altri organi come il polmone
- nell' ombelico e nelle cicatrici di precedenti interventi
- nel decorso del nervo sciatico
L’alimentazione può aiutare la donna affetta da endometriosi ad alleviare i suoi disturbi. E’ stato osservato, ad esempio, che le donne che mangiano frutta e verdura fresca hanno un rischio minore di sviluppare l’endometriosi.
L’obiettivi che si possono raggiungere con un corretto piano alimentare sono:
-Ridurre lo stress ossidativo e aumentare i cibi anti-infiammatori
-Migliorare i sintomi legati all’endometriosi come la dolorabilità pelvica, stanchezza cronica…)
-Ridurre la proliferazione di tessuto endometriale ectopico
Gli alimenti da prediligere sono sicuramente frutta e verdura, come citato precedentemente, ma anche olio di pesce, alimenti ricchi di carne, vitamina D e cibi anti-infiammatori.
Al contrario alimenti da limitare perché aumentano la sintomatologia sono: prodotti ricchi di acidi grassi trans, alto consumo di grassi in generale, alto consumo di carne rossa, caffè, alcool e glutine.
Molto spesso le donne vanno alla ricerca di informazioni, non sempre corrette, che possano aiutarle a migliorare i sintomi ma un piano alimentare non bilanciato può peggiorare lo stato della malattia. Una scelta sbagliata degli alimenti nel tempo può andare a peggiorare ed esacerbare i sintomi e i disturbi.